Miscela Rilassante BIO - Italia

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Tesoro della Calabria, della Sicilia e della Toscana

Le note frizzanti e luminose del Bergamotto di Calabria incontrano tutta la dolcezza dell’Arancio dolce siciliano e la freschezza floreale della Lavanda toscana. Una composizione in cui si avverte la ricchezza luminosa dei paesaggi italiani inondati dal sole.

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BERGAMOTTO

Profilo Botanico

Il nome botanico del bergamotto è Citrus x bergamia Risso et Poiteau. Fa parte della famiglia delle Rutaceae ed è una pianta originaria dell’Asia tropicale. Oggi il centro di produzione più importante al mondo per quantità e qualità di bergamotto è rappresentato dalla fascia costiera di Reggio Calabria che si affaccia sul mar Ionio grazie al microclima “tropicale temperato umido”.

L’olio essenziale si ricava dalla spremitura a freddo della scorza fresca del frutto maturo o quasi maturo, ed è costituito da monoterpeni come il limonene, esteri come l’acetato di linalile, alcoli come il linalolo, furocumarine come il bergaptene. È caratterizzato da un colore chiaro giallo-verdognolo e possiede un aroma fresco, fruttato, dolce con una nota un po' fiorita. Il suo profilo energetico è moderatamente yang e nella simbologia planetaria richiama il Sole.

Descrizione della pianta, particolarità e uso popolare

Il bergamotto, di origine asiatica, fu importato da Cristoforo Colombo di ritorno dalle isole Canarie e da lì poi si diffuse nell’Italia meridionale, soprattutto in Calabria e in Sicilia. Alcune fonti riconoscono invece come patria del bergamotto la Cina o la Grecia, altre ancora ritengono probabile che questo agrume sia autoctono della Calabria perché già nel XIV secolo risultano testimonianze storiche dell’utilizzo di questo agrume, Limon pusillus calaber

Per quanto riguarda il nome, l’etimologia fa pensare alla parola turca “Beg Armodi” ovvero Pero del Signore per la sua similarità con la forma della pera bergamotta.

Il bergamotto è un albero sempreverde alto circa 4 metri che presenta rami irregolari e divaricati a costruire la tipica chioma a vaso aperto. Le foglie sono ovali e lisce di un colore verde lucente e i fiori sono profumatissimi. In gergo il fiore viene battezzato zagara termine che richiama il dialetto siciliano e a sua volta prestato dall’arabo “zahra fiore”. I fiori vengono bottinati dalle api le quali danno poi origine ad un miele monofloreale o agrumato.

I frutti del bergamotto sono giallo-verdastri, di dimensioni inferiori a quelle di un’arancia, dalla buccia sottile e intensamente aromatica. Vengono coltivati in tre cultivar: femminello, castagnaro e fantastico.

L’olio essenziale, estratto per spremitura a freddo dalla scorza, è in assoluto l’essenza più pregiata utilizzata nell’alta profumeria. Oltre allo spettro agrumato presenta infatti dei sentori floreali che altri agrumi come arancio e limone non posseggono.

Le note olfattive del bergamotto possono variare a seconda della zona di coltivazione e del momento della raccolta. L’essenza è più fresca nei frutti coltivati più a sud della costa calabra e più floreale in quelli della zona settentrionale. Inoltre quando la raccolta avviene ad inizio stagione (fine novembre) l’essenza è più verde, mentre compaiono sfumature più fruttate e rotonde nel raccolto di fine stagione (marzo-aprile).

Il bergamotto compare nel mondo dei profumi a metà del 1700 nell’acqua mirabilis, una creazione tutta italiana di Gianpaolo Feminis il quale emigrato a Colonia nel lontano 1680 formulò questa profumazione con spremitura manuale delle scorze di bergamotto. Questo profumo fu poi brevettato come acqua di Colonia ed ebbe un seguito a dir poco mondiale.

Oltre all’industria profumiera e cosmetica, il bergamotto sta riscontrando un utilizzo sempre più crescente anche nel settore farmaceutico.

Oggi il Bergamotto di Reggio Calabria ha ottenuto il riconoscimento DOP (Denominazione di origine Protetta). 

ARANCIO DOLCE

Profilo Botanico

Il nome botanico dell’arancio dolce è Citrus aurantium var. sinensis, Citrus aurantium L. var. dulcis.
È conosciuto anche come arancio della Cina, arancio del Portogallo e melarancio. Fa parte della famiglia delle Rutaceae ed è una pianta originaria della Cina. Oggi viene coltivata nelle zone del Mediterraneo come la calda terra della Sicilia, negli Stati Uniti (California e Florida) e in Brasile.

L’olio essenziale si ricava dalla spremitura a freddo della scorza fresca del frutto maturo, ed è costituito quasi esclusivamente da limonene (monoterpeni), ma anche aldeidi come il citrale, alcoli come il linalolo, esteri come l’acetato di linalile, cumarine e furocumarine. È caratterizzato da un colore giallo-arancione o arancio scuro e possiede un aroma dolce, fruttato-fresco con note agrumate della scorza fresca del frutto. Il suo profilo energetico è moderatamente yang e nella simbologia planetaria richiama il Sole.

Descrizione della pianta, particolarità e uso popolare

L’Arancio dolce è un albero sempreverde che può arrivare fino a 12 metri. Presenta foglie ovali e lucide color verde scuro, lunghe spine, tronco e rami lisci, fragranti fiori bianchi e frutti con polpa dolce e membrane non amare. La maturazione dei frutti va da novembre fino alla primavera inoltrata dell’anno successivo. 

Per spremitura a freddo delle scorze del frutto si ricava una pregiata essenza dal profumo dolce, delicato, fresco e fruttato. All’essenza vengono attribuite proprietà rilassanti e tranquillizzanti, digestive e depurative per il trattamento della pelle grassa.

La scorza del frutto è utilizzata ormai da secoli nell’arte culinaria sia per la creazione di piatti salati ma soprattutto dolci unendo le note olfattive a quelle gustative per una sensazione di “pienezza” piacevole e intensa allo stesso tempo. 

L’olio essenziale può essere aggiunto agli impasti di dolci e prodotti da forno e anche alle bevande per conferire loro proprietà tonico-digestive. Rappresenta inoltre il materiale di partenza per isolare il limonene naturale.

LAVANDA

Profilo Botanico

Il nome botanico della Lavanda vera è Lavandula angustifolia Mill. (sinonimi L. officinalis, L. vera). Fa parte della famiglia delle Lamiaceae ed è originaria dell’area mediterranea. È coltivata in tutto il mondo prevalentemente in Francia (Provenza), Italia (aree alpine), Inghilterra, Spagna, Bulgaria, Turchia, Australia. La lavanda vera è la varietà più pregiata per la sua profumazione e per l’utilizzo in aromaterapia.

L’olio essenziale si ricava per distillazione in corrente di vapore delle sommità fiorite ed è costituito in prevalenza da alcoli (25-38%) come linalolo, borneolo, geraniolo, esteri (25-50%) come acetato di linalile, monoterpeni come pinene, canfene, limonene, sesquiterpeni come cariofillene, cumarine. È caratterizzato da un aroma fresco, floreale, erbaceo, dolce, balsamico. Il suo profilo energetico è yin-yang e nella simbologia planetaria richiama la Luna e Mercurio.

Descrizione della pianta, particolarità e uso popolare

La Lavanda è un piccolo arbusto legnoso perenne estremamente aromatico che raggiunge l’altezza di 1 metro. Presenta dei fusti eretti, non ramificati, strette foglie lineari di colore verde cinerino e fiori di un bel colore blu-violetto raccolti in spighe smussate.

Il periodo di fioritura va da giugno ad agosto ed è condizionato dall’altitudine e dal clima.

La Lavanda ha sempre avuto un largo utilizzo popolare per lavare e profumare la biancheria. Il suo nome deriva dal latino e significa lavare, alludendo all’impiego che ne veniva fatto fin dall’antichità.

L’uso di mettere i fiori di Lavanda in sacchetti e riporli negli armadi tra la biancheria è un’usanza antica sia per le proprietà aromatizzanti che insettifughe.

Nell’antica Grecia la Lavanda veniva chiamata Nardo dal nome della città da cui si riteneva fosse originaria. I Romani impiegavano abbondantemente la Lavanda per profumare le acque dei bagni termali, per la cura del corpo e per la sanificazione delle ricche domus. Uno dei loro profumi più esclusivi e costosi era il “nardinum” fatto con lavanda, mirra e gigli.

Una leggenda popolare narra che la Lavanda era un efficace antidoto contro il morso dei serpenti. I fiori macerati in acqua venivano strofinati sulle zone ferite e questa pratica era utilizzata dai cacciatori per curare i loro cani morsi dalle vipere.

Gli antichi Romani ritenevano che tra i suoi cespugli si nascondessero i serpenti e per questo motivo vi si avvicinavano con molta prudenza. Da questa credenza, nel linguaggio dei fiori, deriva il significato di “diffidenza” attribuito alla lavanda.

All’olio essenziale di Lavanda si deve l’avvio di una importante branca della fitoterapia: l’aromaterapia. Nel 1928 il chimico profumiere francese René Maurice Gattefossè scoprì casualmente le proprietà antisettiche e cicatrizzanti dell’olio essenziale di Lavanda che lo aiutò a guarire in modo rapido da un’ustione ad una mano. Decise così di approfondire gli studi sugli oli essenziali e le loro proprietà terapeutiche e coniò per la prima volta il termine “aromaterapia” in una sua pubblicazione.

Hildegard von Bingen (scienziata, filosofa, poetessa e musicista 1098-1179) scrisse un capitolo intitolato "De Lavandula", probabilmente il primo documento scritto sulla Lavanda.

Oggi la Lavanda vera entra a far parte di molte fragranze, in particolare eau de toilette e acque di colonia, ed è largamente impiegata nell’industria profumiera e cosmetica. Viene inoltre usata in farmacologia nella preparazione di unguenti antisettici e come componente di fragranza. 

È inoltre usata nell’industria alimentare per aromatizzare moltissimi alimenti, bevande alcoliche e bibite. Infine rappresenta uno degli oli essenziali più utilizzato in aromaterapia per la sua grande versatilità. 

Avvertenze: evitare di applicarlo sulla pelle prima di esporsi al sole perché è fotosensibilizzante.


 
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