Lavandino Grosso BIO - Italia
10 ml
Tesoro della Toscana
Un profumo che ricorda l’estate e libera un’energia fresca ed accattivante. Lavandino è una fragranza fresca, erbacea, floreale con nota alta canforacea.
+ Biologico
+ Prodotto locale
+ Non testato su animali
Profilo Botanico
Il nome botanico della Lavandino grosso è Lavandula angustifolia Mill. x Lavandula latifolia Medik., “Grosso” type. È una pianta ibrida sviluppatasi mediante incrocio di lavanda vera (Lavandula angustifolia Mill.) e lavanda spigo (Lavandula latifolia Medik.). Data la sua natura di ibrido, il lavandino è presente in una varietà di forme. Le varietà più note di Lavandino sono: Grosso, Super, Provence, Reydovan, Abrialis.
Il lavandino fa parte della famiglia delle Lamiaceae ed è originaria dell’area mediterranea. È coltivato prevalentemente in Francia, Spagna, Ungheria, ex Iugoslavia e Argentina.
L’olio essenziale si ricava per distillazione in corrente di vapore delle sommità fiorite ed è costituito da alcoli (20-43%) come linalolo, esteri (2-42%) come acetato di linalile, ossidi (5-26%) come 1,8-cineolo, chetoni come la canfora (0,5-12%), terpeni come il pinene. È caratterizzato da un aroma come la lavanda con tonalità più erbacea e canforata. Il suo profilo energetico è yin-yang e nella simbologia planetaria richiama la Luna e Mercurio.
Descrizione della pianta, particolarità e uso popolare
Il Lavandino è un arbusto sempreverde che si differenzia dalla Lavanda vera per il maggior sviluppo vegetativo e la notevole lunghezza degli steli che portano le infiorescenze. I fiori possono essere di colore blu come quelli della Lavanda vera oppure grigiastri come quelli della Lavanda spigo.
Mentre la Lavanda vera si adatta alla coltivazione nelle zone di montagna, il Lavandino resiste meno alle basse temperature e predilige la crescita in pianura e in collina. Non fa seme perché è un ibrido ed essendo sterile la sua propagazione avviene solo per talea.
Il Lavandino è stato creato negli anni 50 per produrre una maggiore quantità di olio essenziale da impiegare a livello industriale in prodotti detergenti. Il suo profumo è più forte, penetrante e canforato rispetto alla Lavanda, ma comunque fresco e piacevole.
In generale la Lavanda ha sempre avuto un largo utilizzo popolare per lavare e profumare la biancheria. Il suo nome deriva dal latino e significa lavare, alludendo all’impiego che ne veniva fatto fin dall’antichità.
L’uso di mettere i fiori di Lavanda in sacchetti e riporli negli armadi tra la biancheria è un’usanza antica sia per le proprietà aromatizzanti che insettifughe.
Nell’antica Grecia la Lavanda veniva chiamata Nardo dal nome della città da cui si riteneva fosse originaria. I Romani impiegavano abbondantemente la Lavanda per profumare le acque dei bagni termali, per la cura del corpo e per la sanificazione delle ricche domus. Uno dei loro profumi più esclusivi e costosi era il “nardinum” fatto con lavanda, mirra e gigli.
Una leggenda popolare narra che la Lavanda era un efficace antidoto contro il morso dei serpenti. I fiori macerati in acqua venivano strofinati sulle zone ferite e questa pratica era utilizzata dai cacciatori per curare i loro cani morsi dalle vipere.
Gli antichi Romani ritenevano che tra i suoi cespugli si nascondessero i serpenti e per questo motivo vi si avvicinavano con molta prudenza. Da questa credenza, nel linguaggio dei fiori, deriva il significato di “diffidenza” attribuito alla lavanda.
All’olio essenziale di Lavanda si deve l’avvio di una importante branca della fitoterapia: l’aromaterapia. Nel 1928 il chimico profumiere francese René Maurice Gattefossè scoprì casualmente le proprietà antisettiche e cicatrizzanti dell’olio essenziale di Lavanda che lo aiutò a guarire in modo rapido da un’ustione ad una mano. Decise così di approfondire gli studi sugli oli essenziali e le loro proprietà terapeutiche e coniò per la prima volta il termine “aromaterapia” in una sua pubblicazione.
Hildegard von Bingen (scienziata, filosofa, poetessa e musicista 1098-1179) scrisse un capitolo intitolato "De Lavandula", probabilmente il primo documento scritto sulla Lavanda.
Oggi il Lavandino è largamente impiegato in saponi, detergenti, spray per ambienti, preparazioni per capelli e profumi industriali. Inoltre è un ingrediente aromatizzante nell’industria alimentare e una fonte naturale per isolare linalolo e acetato di linalile.
Avvertenze: evitare di applicarlo sulla pelle prima di esporsi al sole perché è fotosensibilizzante.